2 marzo 2010
BICENTENARIO DELLA NASCITA DI PAPA LEONE XIII
GIOACCHINO PECCI
Carpineto Romano, 2 marzo 1810 - Roma, 20 luglio 1903
(Papa dal 3 marzo 1878 al 20 luglio 1903)

Immagine tratta da: http://www.vatican.va
Nato a Carpineto
Romano, governò la Chiesa per 25 anni. Pur intransigente come il suo
predecessore nella questione romana, cercò di inserirsi nella
diplomazia internazionale, con alti e bassi. Dove ottenne pieno
successo fu nel grande magistero rivolto alle masse protagoniste della
storia attraverso l'enciclica "Rerum Novarum" sulla questione operaia.
Promosse gli studi filosofici e la ricerca storica e scientifica. In
campo pastorale diede grande impulso alle missioni in Africa e in Asia.
Il pontificato di papa Leone XIII per un secolo ha mantenuto il primato
di essere stato il secondo pontificato più lungo della storia, dopo
quello lunghissimo di papa Pio IX suo predecessore, durato 31 anni e 8
mesi.
In questo computo non teniamo conto della tradizione, che assegna a s.
Pietro 32 anni come capo della Chiesa, l’incertezza del calcolo degli
anni successivi alla nascita di Gesù, che secoli dopo formarono il
nuovo calendario cristiano, ne mette in dubbio l’effettiva durata.
Ad ogni modo i 25 anni e 5 mesi di Leone XIII è un periodo abbastanza
lungo, primato che recentemente è stato scalzato solo dal sommo
pontefice Giovanni Paolo II, che ha raggiunto nel 2005, i 26 anni e 5
mesi di pontificato.
Gioacchino Pecci nacque il 2 marzo 1810 a Carpineto Romano (Roma) in
una famiglia della piccola nobiltà, il padre Ludovico era patrizio di
origini anagnine, fedelissimo al papato.
Gioacchino ricevé una prima educazione umanistica presso i Gesuiti di
Viterbo, in seguito nel 1824 proseguì con grande profitto, gli studi di
filosofia e teologia al Collegio Romano e quelli di Diritto civile e
canonico all’Università della Sapienza; perfezionando poi la sua
preparazione per la carriera nella diplomazia e nell’amministrazione
pontificia, all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici (1832).
Fu ordinato sacerdote nel dicembre 1837 abbastanza tardivamente e due
mesi dopo nel febbraio 1838, fu nominato delegato pontificio di
Benevento, dove rimase fino al 1841 operando con abilità per rafforzare
la sovranità pontificia su quella città.
La sua accorta amministrazione gli meritò nell’agosto 1841, la
promozione a governatore della più importante delegazione di Perugia;
ritenendo vano combattere le ideologie politiche con le sole misure di
polizia, si preoccupò piuttosto di eliminare i pretesti che i liberali
facevano valere, quindi porre rimedio agli abusi, introdurre riforme,
migliorare il livello di vita dei cittadini.
Tutto ciò fu apprezzato dal Segretario di Stato card. Lambruschini, che
nel dicembre 1842 lo propose come Nunzio a Bruxelles; nel gennaio 1843
fu consacrato arcivescovo titolare di Damietta e nell’aprile 1843
raggiunse la Nunziatura del Belgio.
Ma gli anni che trascorse in Belgio non furono densi di successo per il
giovane Nunzio Gioacchino Pecci, perché colpito dal contatto con un
cattolicesimo molto vivace, dove preti e laici sotto la direzione di
vescovi soprattutto pastori, davano vita ad opere di carità o pietà
religiosa e ad attività sociali di ogni genere, egli si mostrò così
meno filo-governativo del suo predecessore.
Re Leopoldo I e il potente cancelliere austriaco Metternich, ben presto
chiesero che fosse sostituito. Nel luglio 1846 ritornò a Roma e fu
nominato vescovo di Perugia; rimase in questa piccola diocesi di allora
per 32 anni, in uno stato di isolamento dal governo centrale della
Chiesa, nonostante che nel 1853 a soli 43 anni, fosse creato cardinale
da Pio IX.
A Perugia espresse le sue elevate capacità di governo e di equilibrio,
specie nel difficile periodo 1859-1861, che vide l’insurrezione della
città contro lo Stato Pontificio e l’annessione dell’Umbria al Regno
d’Italia.
Anche se distante dalle rigide posizioni del cardinale Antonelli,
Segretario di Stato e dello stesso Pio IX, il cardinale Pecci era
tuttavia un sincero sostenitore del potere temporale dei papi, che non
gli impedì comunque di assumere una posizione moderata e comprensiva
tra i rapporti della Chiesa con la società moderna.
Fu pastore zelante della diocesi, organizzò il sinodo provinciale di
Spoleto del 1849, costruì nuove chiese nei luoghi che ne erano privi,
spinse i suoi diocesani ad impegnarsi nell’azione cattolica per far
fronte alla miseria dei ceti popolari.
Si tenne in un costante aggiornamento sulle problematiche politiche,
sociali e culturali di quel periodo di grandi sconvolgimenti per la
Chiesa, l’Italia e l’Europa; tenne una fitta corrispondenza con prelati
stranieri a cui esternava le sue riflessioni.
Il lungo periodo a Perugia non provocò un inacidirsi della sua forte
personalità, che rimase ben viva e non spenta; anzi fu un periodo di
lunga maturazione, i cui risultati apparvero di colpo e con sorpresa di
tutti, nelle sue due lettere pastorali del 1876 e del 1878, che
attirarono l’attenzione su di lui anche da oltre i confini d’Italia.
Mentre papa Pio IX moltiplicava le sue condanne contro il modernismo,
egli rivelava una cordialità e disponibilità nei riguardi della sana
cultura e del vero progresso, della legittima conquista del progresso
umano e dell’aspirazione della Chiesa di farsi ispiratrice di ogni
generosa iniziativa.
Il 7 febbraio 1878 morì papa Pio IX e il successivo conclave per la
nuova elezione, si svolse in una realtà storica totalmente diversa dai
precedenti; lo Stato Pontificio dopo la conquista di Roma nel 1870, da
parte dell’esercito italiano, praticamente non esisteva più.
La Santa Sede ne ricavò una libertà dai vincoli derivanti dal governo
dello Stato Pontificio e nel contempo una minore libertà d’azione,
essendo diventata sottomessa alle autorità italiane; ciò si
ripercuoteva anche sul conclave, che molti cardinali temevano si
potesse svolgere con condizionamenti secolari.
L’orientamento dei cardinali era che fosse giunto il momento di avere
come papa un uomo conciliante con la nuova Italia, dopo l’intransigenza
di Pio IX e del suo segretario di Stato card. Antonelli e il nome del
cardinale Pecci fu presente sin dalla prima votazione; al terzo
scrutinio effettuato il 20 febbraio 1878, fu eletto papa con 44 voti su
64 votanti.
Scelse il nome di Leone XIII in ricordo di papa Leone XII (1823-1829)
che l’aveva aiutato all’inizio dei suoi studi e che aveva ammirato per
il suo atteggiamento conciliante nei rapporti con i governi e per gli
sforzi di riavvicinamento ai cristiani separati.
L’elezione del cardinale Pecci fu accolta con soddisfazione da tutti,
sorpresi anche della brevissima durata del conclave (2 giorni) e da lui
ci si aspettava una soluzione che portasse ad un avvicinarsi tra la
Chiesa e la società moderna.
Ci fu comunque qualche perplessità quando il nuovo papa impartì la
prima benedizione all’interno della Basilica di S. Pietro e non come
nel tempo della Roma pontificia dalla loggia esterna; come pure di
procedere alla cerimonia dell’incoronazione nell’intimità della
Cappella Sistina.
Tutto ciò dimostrava che il successore del battagliero Pio IX, non era
intenzionato ad accettare la situazione imposta dal governo italiano
alla Santa Sede dopo il 1870; ma la sua storia personale e di vescovo,
permetteva di sperare in un miglioramento in questo campo.
Leone XIII fu indiscutibilmente un uomo superiore, dotato di
intelligenza lucida e sagace, nutrita da mezzo secolo di letture e
riflessioni sulle vicende della Chiesa e del mondo, sorretta da una
memoria eccezionale.
Si entusiasmava per i grandi progetti, sapeva a prima vista valutare
con perspicacia le qualità e i difetti dei suoi collaboratori,
utilizzandoli così con realismo; possedeva il temperamento del capo,
con chiarezza di idee, padronanza di sé e nel contempo usava una
prudenza nelle decisioni scambiata da alcuni come timidezza.
La sua politica internazionale risentì abbondantemente dell’irrisolta
“Questione Romana” con lo Stato Italiano; riuscì a comporre in modo
soddisfacente tutta una serie di conflitti che si trascinavano dal
tempo di Pio IX, con Germania, Svizzera, Repubbliche dell’America
Latina, Russia, Spagna, Inghilterra, Francia, Stati Uniti, stabilì
contatti con l’Impero Cinese.
Continuò a reagire senza soste, contro il liberalismo laicista e i
continui tentativi di secolarizzare la società; aveva orrore per la
Massoneria, denunciandone insistentemente l’azione nascosta al servizio
delle forze del male, ribadendo la scomunica per quei cattolici che ne
facevano parte.
Fu difensore della famiglia davanti all’ondata dei divorzi e avversario
del socialismo, definì la legittimità delle esigenze delle libertà
popolari e della libertà in generale.
Leone XIII prestò grande attenzione ai problemi del mondo del lavoro,
proponendosi di creare un ordine cristiano fondato sulla giustizia
sociale; favorì i congressi scientifici internazionali dei cattolici e
incrementò l’azione economico-sociale dell’italiana Opera dei Congressi.
Nel suo lungo pontificato trattò di tutte le problematiche morali,
sociali, teologiche, dottrinali, religiose, politiche del tempo con una
nutrita serie di encicliche rivolte al mondo cattolico, che da sole
possono costituire il contenuto di più di un libro; ma la più
conosciuta è la “Rerum Novarum” del 15 maggio 1891, sulla condizione
degli operai, che mentre da un lato prendeva posizione contro il
socialismo, affermando il diritto di proprietà, sia pur con dei limiti,
dall’altra affermava la necessità di sostenere l’associazionismo
operaio cattolico, auspicando un limitato intervento dello Stato nel
campo sociale, per migliorare le condizioni economiche e sociali, che
rendevano dura e penosa la vita delle classi lavoratrici; ciò gli
meritò il titolo di “papa sociale” e di “papa degli operai”.
Nove Encicliche e sette Lettere Apostoliche furono dedicate alla
devozione a Maria, soprattutto sotto la forma del Rosario, a ciò si
collega l’accettazione del Santuario della Madonna del Rosario di
Pompei, offerto dal suo fondatore il beato Bartolo Longo e la sua
elevazione a Basilica Pontificia.
Nell’Anno Santo 1900 papa Leone XIII consacrò l’umanità al Sacro Cuore
di Gesù; inoltre favorì il culto per s. Giuseppe, presentato come
modello per i padri di famiglia e per i lavoratori.
Diede incarico a s. Giovanni Bosco, del quale apprezzava l’opera a
favore della gioventù, di erigere a Roma un Tempio al Sacro Cuore di
Gesù (vicino alla Stazione Termini) gestito dai Salesiani e inaugurato
nel 1887.
L’ultimo decennio del suo pontificato fu contrassegnato dalla sua
decadenza fisica, e più chiaramente si ebbe l’impressione che la sua
politica in generale, subisse l’influenza di potenti cardinali di
Curia, tanto da far dire a degli studiosi dell’epoca: “un soffio di
reazione antidemocratica passa sul Vaticano”.
Ad ogni modo le feste giubilari che riguardarono il papa, nel 1880 il
50° di sacerdozio e il 25° dell’elezione a pontefice nel 1902-1903,
come pure nell’Anno Santo 1900, videro la partecipazione alle
celebrazioni, di immense folle, tanto che Leone XIII fu definito
“l’uomo più popolare d’Europa”.
La lunghezza del pontificato, che seguiva quello ancora più lungo di
Pio IX, unitamente alla veneranda età di oltre 93 anni di papa leone
XIII, fecero sospirare a più di un cardinale dell’epoca: “Abbiamo
eletto un Santo Padre non un Padre Eterno”.
Il suo aspetto di vecchio “ossuto, incartapecorito, quasi mummificato”,
in cui ogni segno di vita si concentrava negli occhi rimasti brillanti
e intensi nello sguardo, colpiva tutti coloro che avevano un contatto
con lui, per la lucidità continuamente dimostrata.
Colpito da una pleurite incurabile, la sua forte fibra resistette in
una agonia durata due settimane; morì il 20 luglio 1903 nel Palazzo
Vaticano, da dove non era più uscito dal lontano 1878 e che sarà
imitato in questo dai papi dei successivi 60 anni.
Autore: Antonio Borrelli
Fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/90032
Spunti bibliografici su Leone XIII a cura di LibreriadelSanto.it
• Leone XIII, Inimica vis. La
Chiesa cattolica contro la massoneria, Il Cerchio, 2006 - 89 pagine
• Del Noce Augusto, Pensiero della Chiesa e filosofia
contemporanea. Leone XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Studium
Edizioni, 2005 - 260 pagine
• Ceccarelli Giovanni, La salute dei pontefici nelle mani di Dio
e dei medici da Alessandro VI a Leone XIII, Ancora, 2001 - 208 pagine
• Giovanni Paolo II, Orientale lumen. Lettera apostolica per la
ricorrenza centenaria della «Orientalium dignitas» di papa Leone XIII.
Ediz. spagnola, Libreria Editrice Vaticana, 1995 - 64 pagine
• Giovanni Paolo II, Orientale lumen. Lettera apostolica per la
ricorrenza centenaria della «Orientalium dignitas» di papa Leone XIII
(2 maggio 1995), Libreria Editrice Vaticana, 1995 - 48 pagine
• Rambaldi Giuseppe, Ordinazioni anglicane e sacramento
dell'ordine nella Chiesa. Aspetti storici e teologici. A cento anni
dalla bolla Apostolicae curae di Leone XIII, Pontificia Università
Gregoriana, 1995 - XIV-178 pagine
• Giovanni Paolo II, Orientale lumen. Lettera apostolica
all'episcopato, al clero e ai fedeli per la ricorrenza centenaria della
«Orientalium dignitas» di papa Leone XIII, Edizioni Dehoniane Bologna,
1995 - 36 pagine
• Leone XIII, Rerum novarum, Paoline Edizioni, 1994 - 32 pagine
• Acerbi Antonio, Chiesa e
democrazia. Da Leone XIII al Vaticano II, Vita e Pensiero Edizioni,
1991 - 360 pagine
• Leone XIII, Rerum novarum. Sulla
questione sociale, Libreria Editrice Vaticana, 1991 - 48 pagine
• Leone XIII, Rerum novarum. Lettera enciclica sulla condizione
degli operai. Testo Latino-italiano, Edizioni Dehoniane Bologna, 1991 -
60 pagine
• Leone XIII, Annum sacrum. Enciclica sulla consacrazione del
mondo al S. Cuore, Apostolato della Preghiera Edizioni, 1986 - 32 pagine
• Gargantini Mario, I papi e la scienza. Antologia del magistero
della Chiesa sulla questione scientifica da Leone XIII a Giovanni Paolo
II, Jaca Book, 1985 - 280 pagine
• Piolanti Antonio, Il tomismo come filosofia cristiana nel
pensiero di Leone XIII, Libreria Editrice Vaticana, 1983 - 136 pagine
• Roberto Olivato, Sacrari, santi
patroni e preghiere militari, Edizioni Messaggero, 2009 - 312 pagine
***
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2009